I veri artisti non parlano al mondo

niente di cui preoccuparsi

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LAVORARE NEL VUOTO

Errore, buco nero, disturbo, niente da mostrare, niente da vedere, solo il retro del niente.
L'arte non è lì per nessuno.

Quello che ho fatto ci sarebbe, no? Sepolto lì, giusto? Così, in una piccola scatola di ferro o in uno scrigno o in qualsiasi cosa monumentale o minuscola che potrebbero trovare un giorno?

Non ci credo per due secondi, vedete.

Non credo per due secondi agli artisti che si mostrano, che vogliono essere visti, che possono essere visti. Non credo che esista. Non credo che esistano, ma non il fatto che si possano vedere, non il fatto che siano visibili o udibili o udibili o palpabili in qualsiasi modo. No, non credo che si possano vedere perché non credo che si possano mostrare. Infatti, non credo per due secondi che debbano essere mostrati e tutto il mondo è d'accordo con me.

Tutto quello che mostreranno, i veri artisti, i veri artisti, è il contrario del loro lavoro. La loro opera non deve essere vista e nessuno, nessun contadino di passaggio, deve vederla o anche solo sospettare che esista. Infatti, non lo sospetta e non esiste. Il contrario, l'inverso di ciò che si deve dire, fare; questo esiste.

I veri artisti, gli artisti potenti, che hanno, che avrebbero qualcosa da dire, odiano il mondo e non gli dicono niente, giusto? Perché devono prendere il loro potere da qualche parte, no? E questo è molto meglio, no?

Perché in un certo senso è come un crimine ed è meglio non saperne nulla. Perché non è da mettere in ogni mano, né in ogni orecchio, né tra ogni coscia. È solo da mettere tra il nulla e il niente. Nemmeno tra parentesi.

Fanculo il mondo e fanculo gli artisti e fanculo l'inglese invasivo che ci ha concesso l'uso della parola fuck! Fanculo al cazzo stesso. Non è così?

Allora da dove verranno i vostri soldi, il vostro cibo, il vostro alloggio, la vostra vita quotidiana se non fate niente; se vi rifiutate di fare qualcosa di visibile oltre a questo niente che nessuno vuole vedere? Dal nulla, dolcemente, così; cadrà dal cielo, salirà dritto, così, come una ricompensa; miracoloso, come a Natale.

Per il suo lavoro? Tu pensi. Quanto vale il tuo lavoro per essere pagato? Dovrebbe valere qualcosa! Ma il niente che ci rifiutiamo di mostrare perché gli altri si rifiutano di vederlo, quel niente invisibile, vale ancora meno del niente immaginabile, concepibile. Questo è il rovescio della medaglia del nulla. È molto più difficile da percepire. Ci vuole una volontà di ferro per accettare di volerlo percepire, anche solo per qualche minuto.

È un'antimateria, un buco nero. È solo assorbimento. Non produce altro che la scomparsa. È come la vita che produce la scomparsa, la dissoluzione della vita, la fine della vita, alla fine della vita. È tra le righe; tra molte, quasi tra tutte le righe.

Tra i due, c'è qualcosa! Ci deve essere stato qualcosa, giusto? L'ho visto, l'ho sentito, ho sentito passare qualcosa, vero? Non dietro, non un'ombra; no, dal davanti; davvero dal davanti; proprio davanti. Sì, una vita intera come un'autostrada o questo tipo di immagine che scorre su uno schermo come già la conosciamo, filmata dal davanti, che ci viene addosso a testa alta, ben davanti. Una vita intera davanti a noi. Esiste una cosa del genere, vero, una vita vissuta a testa alta, completamente, totalmente, disperatamente a testa alta?

Lei può testimoniare che esiste, vero? O tu? O si può? L'avete visto almeno al cinema; diciamo, al cinema?

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