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Brutta sconfitta per una sala sconfitta | Maschere teatrali dipinte su zucche vuote © David Noir

Brutta sconfitta per una stanza sconfitta

Perché quando entro in un teatro, voglio andarmene? Perché quando apro un libro a caso, non vedo l'ora di chiuderlo? Perché faccio fatica a rimanere seduto davanti alle immagini del cinema, alla sua storia che si svolge e ai suoi attori che sfilano? Perché mi è impossibile ascoltare diversi pezzi di musica allo stesso tempo? Perché soffoco nella cultura? Un altro oggetto. Un altro libro. Un altro pensiero. Un altro inquinamento. L'individuo crea, l'individuo inventa, l'individuo vive, l'individuo inquina. La sua esistenza inquina. La specie umana può inquinare solo ciò che è considerato vergine prima del suo intervento. Questo è il prezzo della sua esistenza. Voglio un corpo che mi porti e gambe che camminino. Non voglio sapere chi sei nel profondo se è a condizione di dovermi confrontare con la tua cordialità di superficie. Sono una somma di massa che non sopporta più l'ordine sterile del pensiero. Fermate i vostri prodotti. La gomma di Hollywood o le Pleiadi, non mi interessa. Ma vedete, non ho una pistola da tirare fuori dalla tasca per dirvelo. Niente bowling, niente Colombine. Le avversità sono lì? Un colpo per il sì, due colpi per il no. La civiltà è meglio della cultura. Caro brigadiere, la mia civiltà è migliore della tua cultura. Ma non avete capito che è tutta una questione di ore, di giorni, di contesto. Che tra un po' non mi riconoscerai più. Che non mi saluti. In questo momento mi stai tenendo tra le tue braccia. Cosa significherà domani, ditemi? Negazione della società. Chi mi fa un regalo mi obbliga... e mi affligge.

Pleure ta semence. Pleure ta sentence avant que ça n’arrive… C’est parce que je me débarrasse de ma production d’écriture quotidienne en la saupoudrant à travers les diverses niches de ma création que j’arrive parfois à en faire quelque chose. Tous les jours je fais en sorte d’en ramener un camion plein dont je décharge la benne dans ces pages en m’évitant d’y penser davantage. Je rends ainsi ma terre fertile et épuise ma nécessité d’écrire qui serait comme un surplus de semence. Je suis payé en retour lorsque me vient une idée, une envie, un désir de concrétisation qui donnera corps à une création. Mais le lien direct, de ma tête à la création ; non ça n’est pas possible. J’ai soif de liberté. Je ne peux pas travailler efficacement sous la contrainte… pas même sous la mienne.

Meandri

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David Noir

David Noir, performer, attore, autore, regista, cantante, artista visivo, video maker, sound designer, insegnante... porta la sua nudità polimorfa e la sua infanzia in costume sotto gli occhi e le orecchie di chiunque voglia vedere e sentire.

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