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4a edizione dell'incontro [frasq] Performance al Générateur di Gentilly

[frasq] Riunione sulle prestazioni #4

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L'altroieri sera, inaugurazione del 4il edizione di [frasq] al Générateur di Gentilly

 

Permissività infinita che regna lì Il primo degli spettacoli prodotti al Générateur è la sensazione di grandiosa libertà che si può provare quando si tratta di arte.

Non sono qui per parlare degli artisti ospiti o per descrivere quello che fanno; a questo serve il programma, e la performance è una forma d'arte che richiede la vostra presenza in vivo se volete sapere di cosa si tratta. Mi limito a dare seguito ad alcuni appunti che ho preso quella sera nel bel mezzo delle esecuzioni, che si sono espresse in un concerto, o per essere più precisi, in un concerto di forme naturalmente intrecciate. Per me, questi appunti fanno parte di una continuità costruita che mi lega sottilmente al Générateur e ad Anne Dreyfus, che gestisce questo spazio, e alle sue équipe.

4a edizione dell'incontro [frasq] Performance al Générateur di Gentilly
4a edizione dell'incontro [frasq] Performance al Générateur di Gentilly

Il Générateur è uno spazio in cui si viene e di cui si percepisce il processo creativo solo venendovi. Non intendo dire che la gente viene qui solo per scoprire nuove proposte artistiche, o che è un luogo conviviale dedicato all'arte contemporanea dove incontrarsi e bere qualcosa. In apparenza si potrebbe vedere in questo modo, e sarebbe un bene, perché è così. Ma personalmente, sia come partecipante che come spettatore, non è questo che ne traggo, ed è questo che mi ha segnato ogni volta che ho visitato il luogo e i suoi ospiti da quando ci siamo incontrati poco più di venti mesi fa.

Il percorso che questa "relazione" fa con l'entità Generatore Per me è molto diverso e assolutamente unico, nel senso che non l'ho mai provato o sperimentato altrove.

Per me il tempo passa qui in un modo del tutto unico.

Vedo e percepisco cose diverse ogni volta, a seconda di ciò che accade nelle stagioni, ma sono tutte legate da un'unità forte, implacabile e ineluttabile. Eppure questa forza potente si esprime con delicatezza. Sembra inalterabile e non ha bisogno di gridare per farsi sentire. Lascia semplicemente che le cose accadano.

Non credo di essermi sottratto a questo magnetismo durante le mie esibizioni qui, e tanto meglio. Credo che, da qualche parte, tutto ciò che accade qui "diventi" il Generatore. L'infinita permissività dell'arte, lo spirito che risiede qui, permette a coloro che sono disposti a viverla di essere gradualmente abitati da una libertà grandiosa che avevamo dimenticato che ci fosse, depositata in un guardaroba che non esiste o in un angolo delle pareti, durante una visita precedente o un passato sconosciuto condiviso con questo edificio. È una sensazione simile, in parte, a quella che proviamo quando ci troviamo faccia a faccia con il mare o con la montagna, di cui avevamo conservato un'immagine nella memoria, disincarnata dalla distanza, e che improvvisamente, con l'irresistibile richiamo fisico della sua presenza, risveglia in noi il corpo che pensavamo fosse vivo ma che avevamo dimenticato nella ovattata menzogna della realtà quotidiana.

Credo sinceramente, e penso che sia molto più efficace di quanto le mie parole possano suggerire, che sia Anne a creare tutto ciò che passa per casa sua. Queste parole potrebbero significare - e lei stessa ne sarebbe ovviamente colpita - che gli artisti e il loro lavoro sarebbero schiacciati da un'interferenza onnipotente che li segnerebbe in modo inequivocabile, ma chi conosce Anne Dreyfus e il Générateur sa che è vero il contrario. Infatti, questa apertura alla creazione artistica contemporanea, che a mia conoscenza non ha eguali nel panorama parigino, non ha nemmeno bisogno di essere apparentemente visibile per creare le condizioni di vita all'interno delle sue mura.

Molti luoghi sono riusciti a produrre un'atmosfera circostante; qui c'è qualcosa di ancora migliore: un cielo sopra le nostre teste.

E la sua incombenza non pesa in alcun modo su chi vive sotto i suoi auspici. È il tempo che gli si dedica che permetterà all'"abitante", ancor più che al visitatore, di cogliere in profondità gli orizzonti e le prospettive che tale pianeta offre. È anche il tempo che ci porta a considerare il suo stesso nome di "Generatore", al di là del primo significato "elettrico" ed "energetico" che ci viene in mente, come avente più a che fare con la nozione prometeica di una rara capacità di far nascere gli esseri viventi in nostra presenza, quasi a nostra insaputa.

"È vivo", sembra ruttare il dottor Frankenstein sotto la bacchetta di un Thomas Schlesser che fa la morale, sul punto di spegnersi in un'ultima esplosione di voce.

Ecco 5 appunti presi con il mio cellulare, ispirati naturalmente dallo stare in mezzo agli altri spettatori in mezzo alle produzioni sonore, fisiche e visive che si svolgono al Générateur:

"Al Générateur si parla di tutto, si sperimenta tutto. Un bicchiere di vino bianco qui non ha lo stesso effetto che altrove.

"Perché qui il tempo è permissivo, perché Anne lo sorveglia, perché gli artisti lo intendono alla pari dei visitatori.

"Non so se esista altrove l'assenza di giudizio che dà a un'arte che pretende di esistere la possibilità di essere".

"Ogni volta si esce più liberi di quanto si entra. È un miracolo.

"Non c'è solo una scultura di bambù davanti a me, che interferisce sotto una proiezione iridescente con un docente sull'orlo di una sincope, ma c'è tre volte questa giustapposizione da mille angolazioni diverse".

4a edizione dell'incontro [frasq] Performance al Générateur di Gentilly
Riproduci video

Thomas Schlesser : Apollinaire, Alcools, Derain, Le Bestiaire, La Langouste... Patrick Bruel... Stanley Kubrick...

[frasq] - riunione di performance

Dal 6 al 28 ottobre 2012 www.frasq.com

David Noir

David Noir, performer, attore, autore, regista, cantante, artista visivo, video maker, sound designer, insegnante... porta la sua nudità polimorfa e la sua infanzia in costume sotto gli occhi e le orecchie di chiunque voglia vedere e sentire.

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