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L'invenzione degli adulti | "Parents Balls" | Microfilm | Definitive Creatures © David Noir

Giornale dei Parchi J-20

Finché è rimasto in vita, tutto quello che ho cercato di fare è stato deludere la parte adulta di lui che mio padre difendeva; la parte adulta che forse difendeva suo malgrado.

Eppure ero determinato, almeno nei miei anni giovanili, a collocarmi in alto nel pantheon della sua ammirazione. Ho intrapreso questo passo faticoso e, in parte, controproducente, per evitare di cadere nella trappola delle sue richieste sopravvalutate, infondate e ingiuste, provenienti da un uomo che non era in grado di soddisfarle, avendo dimostrato i propri fallimenti. Purtroppo, la sua natura spesso giocosa, il suo umorismo infantile quando non era pettegolo, la sua tenerezza spesso espressa e la triste delusione in se stesso che a volte mi lasciava intravedere perfettamente, mi legarono ingenuamente a lui. Ho quindi trascorso gran parte del capitale della mia vita a resistere, piuttosto che a combattere, l'affetto che provavo per un uomo che avrei voluto respingere, tanto ero delusa, dallo stupore sbalordito alla scoperta disillusa, dalla debolezza della sua vera natura. Era un leone di carta, un mago di Oz che gesticolava e agitava patetici pupazzi d'ombra davanti ai miei occhi; in definitiva, semplicemente un rappresentante dell'arte della prestidigitazione che aveva praticato assiduamente in gioventù: in breve, un illusionista della vita.

Quanti cosiddetti adulti sono proprio come lui, e mettono in scena questa farsa in continuazione?

Senza dubbio si è illuso molto durante la sua vita, incoraggiato dalla sua famiglia borghese, la cui vanità di sentire di aver ereditato un grande nome della pittura non lo ha aiutato. Il pover'uomo sarebbe stato ovviamente più felice e ricco se fosse diventato un attore o un attrezzista teatrale, cosa per la quale aveva certamente le qualità, invece di puntare a vette che, forse, il suo stesso ego non desiderava. È la follia eternamente crudele delle famiglie, di qualsiasi classe sociale, quella di distruggere i talenti e le speranze dei giovani sostituendoli con le aspirazioni dei vecchi. Anche quando le cose sembrano andare bene e i figli, ma anche le figlie, portano con orgoglio la fiaccola che hanno preso in consegna dai genitori, sulla base di altri valori che sono stati altrettanto abilmente inculcati in loro, non posso fare a meno di provare un senso di colpa e una punta di ansia.

La mia ricerca, alla fine della quale sembra che non ci possa essere vittoria, perché una vita umana sembra così breve da sfuggire a un'idea di vita. te stesso preconcetto degli altri, mi spinge contro ogni previsione a inventare il mio libero arbitrio. Generazione spontanea era un concetto che emergeva spesso nelle discussioni con mio padre e, sebbene fosse solo un clown, a volte triste e a volte spaventoso come tutti, era molto sensibile e tutt'altro che stupido. Alcuni tête-à-tête mi hanno dato modo di capire che cercava anche di farmi sentire la tragedia della sua vita, di essere rimasto attaccato a un padre che, dietro la maschera di un affetto affascinante, non si è mai preoccupato di fargli capire che non avrebbe vissuto al suo posto e che doveva pensare a guardare fuori dal suo seno per diventare l'uomo che avrebbe voluto essere. Ma questo non era forse solo uno dei tanti esempi della vita fallimentare di molti figli di entrambi i sessi, la cui intera esistenza consiste nel deperire lentamente in un cieco attaccamento, senza mai riuscire a spezzare il legame con l'amato genitore che, stranamente distratto dai fantasmi del proprio idillio depressivo, non se ne accorgerà mai? Nella sua personalissima filosofia, credo che gli piacesse pensare che la vita non fosse abbastanza importante da non goderne lo spreco. Quindi non gli importava molto del mio futuro potenziale. In altre parole, non gliene importava nulla, ma era pronto a parlarne per ore e ore; l'elaborazione intellettuale era molto più divertente della noiosa costruzione di un'impalcatura per migliorare le mie possibilità di successo nella vita.

Da adulto, tu che non sei riuscito a essere uomo; da adulto, tu che imiti la donna intraprendente di cui ti manca la fibra, ti scriverò delle parole semplici perché la poesia del mio mondo fa fatica ad arrivare a te.

Oggi non sono più un bambino nel senso che tu intendi nel tuo mondo di merda, eppure non sono come te, puoi starne certo.

Vede, non ho scelto io di scrivere. È stato un altro adulto come lei a usare il mio cervello, allora in formazione, per iniettare il suo desiderio di essere. Per guidare la mia scelta di esistenza. Solo che a me non importa nulla delle scelte, soprattutto quando qualcuno vuole farmi credere che sono state generosamente ma fermamente orientate al mio bene; non ho il tuo alto senso di responsabilità per il prossimo. Vede, io mi occupo solo del mio sedere, ma lo faccio apertamente. Perciò oggi mi accontento di questo handicap per dirvi qualche parola, se verrete a leggermi: quello di scrivere. Avrei potuto fare il negoziante o il pompiere. Non mi interessa, perché alla fine non sarebbe stato mio. In nessun caso avrebbe potuto essere mio. Perché non ce l'ho. Perché non lo voglio. Nessuno di coloro che servono il vostro mondo come lo volete voi.

Da adulti, il vostro mondo è un errore dalla A alla Z. Avete sbagliato e sbaglierete sempre. Così facendo, state trascinando a fondo noi, quelli di noi che non vogliono farlo.

Potrebbe esserci una posizione intermedia, un consenso tra i nostri due obiettivi, ma voi fate in modo di non lasciarci in mano nessuna carta che possa essere una seria merce di scambio affinché i nostri punti di vista possano incrociarsi, e questo fin dalla più tenera età. Mettete tutta l'attenzione di cui siete capaci nel vostro lavoro, quello che vi è stato affidato. Ti piace molto copiare. Copiare è la tua specialità.

Quindi, vedi, per me oggi è troppo tardi. Ti odio per natura, è così; anche quando ti vedo, da giovane, a 20 anni - è lì che inizia tutto - a 30 anni, adescare i potenti e spiare i tacchi del loro entourage. Bisogna dire che ti ripagano bene della fiducia implicita nel tuo ambiente mafioso. Sì, quello che pensate, quello che credete sia buono o cattivo, quello che costruite, persino quello che è ammirevole; nulla del vostro ignobile comportamento trova il mio favore. È un po' triste, ma è così. Sacrificherei volentieri la vostra scuola, i vostri precetti e persino la vostra volontà di capirmi. Tutto ciò che voglio è la morte della vostra specie. E perché mai? Perché professate di trascurare la mia; perché educate; perché mi tradite. Io, stupidamente ingenua, arretrata, retrograda; io che, ogni volta che ci incontriamo, ti amo, sempre innocente. Sempre, sempre, in tutte le tue forme, dimentico regolarmente il tuo gusto per il potere, per il dominio, per scegliere i posti giusti e trasmettere - come dici tu così bene - il tuo sigillo sul piccolo mondo sociale che prediligi e che ti sta a cuore.

Tutti voi adulti siete i gentili criminali pedofili che non smettono di segnare la verginità della nuova carne sotto il peso delle vostre presse, per imprimervi i vostri editti.

Violate con amore per preservare la barbarie da se stessa. Oh, com'è toccante, questi milioni di Dottor Moreau che ci accarezzano e ci insegnano, ci indottrinano per il miglioramento della specie. "Non strisciare, è la legge! "Questa è la legge", ripetiamo noi, poveri animali belanti e muggenti. Ah, se solo Pinocchio potesse rimanere un asino!

Certo, non sono il primo, né il più bravo, a mettervi sotto processo. Tuttavia, nel corso della mia vita cercherò di essere almeno un po' efficace nel mettervi in difficoltà.

Da adulto, ti rendi conto che non esisti in uno stato di natura, né tu né il tuo mondo artificiale? Sei un artificio, un giocattolo, non sei neanche lontanamente l'individuo maturo che aspiri a essere. Lungi dall'essere un uomo saggio, sei un ridicolo, eccessivo gonfiore, il cancro della tua infanzia, una metastasi sociale, una degenerazione religiosa quanto laica, morale e politica.

Mi capisci ancora o devo semplificare? Volete regnare sul caos, imporre leggi sane. Ma per chi? Per me, per noi che non ce ne frega niente di avere il potere più lontano di quanto le nostre braccia possano raggiungere? Hai guardato bene il tuo mondo prima di lanciarmi quello sguardo di disprezzo?

Da adulto, sei un bambino triste e malridotto, che va nel panico al pensiero di essere sospettato di qualcosa. irresponsabile. Questa è la parola d'ordine.

Da adulti, create un mondo ancora più ingiusto di quanto non lo sia per natura, in modo da poter essere più a vostro agio nel riversare la vostra ipocrisia in pubblico e piangere sulle disgrazie dei vostri simili.

Da adulti, si vuole essere - molto seriamente - un padre, una madre, un governatore, un decisore, un leader... responsabile,

Da adulto, non sei altro che un pezzo di merda, con un vestito intorno, con l'aspetto di uno di loro, coperto da un cappello in modo che quando il mondo passa tu possa salutare basso.

Ma visto che siamo arrivati fin qui insieme, in questa baraonda di orrori, prendi la mia mano, te la presterò. Facciamo una passeggiata nel tuo mondo e vediamo che tipo di proprietario volevi essere.

Cosa dite a questo cadavere mutilato sul ciglio della strada, a questo bambino violentato, alla sua coscienza allargata quanto il suo culo dalla vostra razza? Mi dispiace, ho fatto un altro tentativo di poesia e so quanto siete allergici ad essa. A meno che, ovviamente, non adorni la vostra libreria; a meno che non sia organizzata e rilegata in una raccolta per voi più comprensibile.

Da adulto, caro ragazzo, non ricordi nulla? Hai dimenticato tutto di quando eri meno testardo, meno amareggiato? Quando non capivi nulla e non ti importava? Quando non sapevi come costruire la tua vita. Quando non l'avevate nemmeno preso in considerazione. Quando non sapevate nemmeno il prezzo.

Da adulto, amico mio, guarda ancora una volta dove sto puntando il dito, per l'ultima volta. Vedi, non ci sono solo guerre e violenze spaventose. Ci sono anche questi piccoli, piccolissimi modi di essere, ogni giorno della tua vita. C'è l'odio che non si può esprimere, che viene dal profondo di noi stessi e che non possiamo fare a meno di riversare sui nostri figli. C'è quel piccolo schiaffo di umiliazione senza conseguenze, inflitto al vostro vice di passaggio, per fargli chinare la testa. C'è quella grande vanità segreta, che i suoi ammiratori scambieranno per il talento di vederla un giorno onorata e lodata dai suoi pari. Ma voi non avete niente a che fare con questo, perché dovete mangiare bene; dovete partorire bene; dovete fare carriera bene; dovete mostrare bene le vostre piccole abilità; dovete far passare per serie le vostre conoscenze leggere e le vostre opinioni profonde. Devi obbedire a tutto questo. Devi obbedire... credimi.

David Noir

David Noir, performer, attore, autore, regista, cantante, artista visivo, video maker, sound designer, insegnante... porta la sua nudità polimorfa e la sua infanzia in costume sotto gli occhi e le orecchie di chiunque voglia vedere e sentire.

Questo articolo ha 3 commenti.

  1. Patrick Speck

    Che bella lezione di antimoralità.... ma in fondo è un'ottima "lezione" di vera Morale.... quella che si rivolge all'Individuo ma nel senso "esistenziale" del termine; tenendo conto dell'Altro quando questo è uscito dalla massa, dal branco quindi....questo Altro capace di prendere una o più strade diverse senza cercare di imitare, di essere identificato o di identificarsi con l'etichetta locale...... rifiutare tutto, negare tutto, infangare tutto, cancellare tutto, demolire tutto ....pour Être, tout simplement!? .... Questo è il pensiero che mi è venuto dopo aver letto David.... beh, per quello che vale .... e oso pubblicarlo!

  2. VIP

    Quando ho letto questa J di Pasqua, mi sono sentito come se fossi stato colpito in faccia da una campana di ritorno da Roma. Ding, dong, prendilo in faccia!
    Ma perché Mister Noir non si fa gli affari suoi? Pensa forse di essere Gesù e di volerci salvare? Contrariamente a quanto dice, forse ci ama e vuole essere il nostro genitore? Ciao, ciao, ciao!

    Ogni giorno mi chiedo perché non riesco a fare un passo indietro rispetto ai due giovani che occupano il mio divano e i miei pensieri.

    Ma la preoccupazione è certamente tanto per loro quanto per me. Senza dubbio la paura di non essere una buona madre. Oh, buona madre, quanto è difficile lottare contro questo!
    Ma sì, so che avranno vinto e io vincerò con loro, il giorno in cui mi ributteranno violentemente alle corde e affermeranno a gran voce il loro libero arbitrio.

    Ti odio, Mister Noir, perché hai sempre centrato il problema.

    Per fortuna giovedì ho un appuntamento con il buon dottor David, per il mio clistere settimanale.

    Nel frattempo, mi riempirò la faccia di cioccolato.

    1. David Noir

      Mio caro VIP, sei altrettanto bravo a colpire il punto giusto, solo che non fa male. Senza dubbio sono risparmiato e, per fortuna, ho a che fare con il lato buono di VIP, che non sa nulla di Mr ViP. Come vedete, ho un cuore da genitore; ci deve essere un po' di questo in tutti i burloni che accompagnano gli attori per condurli sulla strada "giusta" (ciao, ciao, ciao, tocca a me). È un gusto, una tendenza, un'attitudine, non saprei dire, ma non è una cosa negativa; spero che avrete modo di constatarlo voi stessi in questi famosi giovedì. Solo che non ho la grande responsabilità di accompagnare i bambini; anzi, il contrario, perché sapete bene che il teatro è una cosa da grandi. Ma state tranquilli, non mi permetto di suonare le campane di nessuno, o se lo faccio, probabilmente è solo per sentirmi dire "te tairas-tu carillonneur..." come nella canzone. Mi dispiace davvero se la mia campana ha suonato un po' forte nei vostri timpani, il mio lungo preambolo all'articolo precedente probabilmente non era abbastanza denso da attutire il suono; e in ogni caso, come avete letto, alla fine non sono in grado di fare altro che riportare ciò che un ragazzino solitario, privo di mezzi per capire granché, continua a mugugnare come se esistesse ancora. Il povero sciocco non sa di essere morto da molto tempo. Credo che quello che chiede a gran voce sia un manuale di istruzioni, ma non ne ha mai trovato uno nella scatola grande. Una svista, senza dubbio. Lungi dall'essere un Gesù (i chiodi fanno troppo male), la sua piccola santissima trinità incolpa solo i produttori sbadati che sbagliano o non si preoccupano di includere le istruzioni nelle loro macchine. Sono la prima persona su cui si è accanito per anni. Quando suoneremo la campana a morto per la suoneria?

      Complimenti a voi, fortunati, che avete la fortuna di ingozzarvi di cioccolato, soprattutto a Pasqua, quando è così speciale 😉

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