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Teatro ► Improvvisazione ► Performance
Una volta disegnati i contorni della creazione, la performance vera e propria consisterà nel demolire abilmente questo giocattolo troppo perfetto fino a farlo scomparire.
Descrizione
Accumulando regole, si può facilmente finire con la rigidità o il caos.
Ma è più complesso e creativo destreggiarsi tra elementi disparati o apparentemente antinomici, mescolando la spontaneità instabile della vita con i nostri pensieri iniziali, che spesso scambiamo rapidamente per le basi di un unico percorso da seguire.
Si tratta qui per il gruppo di lavoro di dare vita ad un oggetto scenico particolare e preciso, per accumulazione, agglomerazione, imbricamento, concatenazione di desideri e idee di tutte le nature (movimento, respiro, sistematicità delle azioni/verbo, interazione, sguardo...) di ispirazioni tanto organiche quanto meccaniche o concettuali.
Metodo
Dopo una breve presentazione del laboratorio, che cercherà prima di tutto di elaborare moduli d'azione e di gioco (lavoro classico), da 1 a 2 ore di ricerca individuale e di piccolo gruppo porteranno a stabilire gli elementi che costituiranno la "testa", il "corpo" e la "coda" dell'intera performance collettiva.
La sperimentazione e il modellamento saranno smaltiti con scambi e discussioni per determinare in modo collegiale le strutture, i luoghi, le simultaneità e i ritmi, in modo da raggiungere un primo grado di soddisfazione relativa rispetto al lavoro in corso.
Le nozioni di dissoluzione, degradazione, divoramento... saranno allora attuate per superare gradualmente le volontà iniziali e permettere l'apparizione di una forma inaspettata, sfuggendo il più possibile ai controlli precisamente disposti e organizzati inizialmente.
Starà poi a ciascuno di noi apprezzare questo strano anatroccolo appena nato... oppure no.
Imparare ad apprezzare ciò che non piace necessariamente a prima vista è come sbrogliare i lembi del proprio vestito. Anche se non si adatta così bene, improvvisamente si respira meglio. Ma soprattutto, si guadagna molto andando oltre i propri contorni. Tutto quello che devi fare è resistere per un po' in questo passaggio scomodo che lascia un posto momentaneo per quello che non sai di te stesso almeno quanto per gli altri.
Ciò che si applica all'individuo è applicabile al sociale. Lo scopo di cancellare il disegno complessivo (design) è quello di far vivere invece la sua traccia poetica generale, come il fantasma di un disegno a matita pesante che è stato cancellato. Anche qui, le virtù della cancellazione possono essere numerose e arricchenti.
Senza fare necessariamente riferimento all'ormai abusato "less is more" che è diventato esso stesso un emblema a volte dogmatico, l'allentamento delle regole e dei principi può semplicemente venire dalla valorizzazione dell'incertezza.
Una forma d'arte che trae la sua aura unicamente dal potere vittorioso di essere ben compresa da molte persone è anche sulla via di essere un prodotto condannato a non sfuggire più a nessuno. Questo è talvolta il caso della famosa "buona idea" che sarebbe la fonte di progetti futuri.
Potremmo naturalmente discuterne attraverso una serie di esempi di opere che costituiscono la base della nostra cultura, ma sarebbe meglio chiedersi prima di tutto se la performance ci impone di proiettarci in qualche futuro accademico con corridoi fiancheggiati da riconoscimenti radiosi, per quanto locali ed effimeri. Forse il valore del momento sfugge agli standard qualitativi di un mondo che sembra concepirsi solo attraverso le generazioni future?
Il futuro, verso il quale dobbiamo volgere lo sguardo qui, si trova alla fine di una curva allungata all'infinito verso l'immediatezza
L'ambizione di "Everything must disappear" è di trovare una lunghezza d'onda comune per i suoi partecipanti, in modo che per un breve momento tutti percepiscano l'eclissi totale della fiducia in se stessi che fa l'interprete nella vera ricerca.
Nell'ambito di uno studio alimentato da domande specifiche sul posto del pubblico nelle arti dello spettacolo, questo workshop è in grado di accogliere chiunque non desideri partecipare se non come spettatore.
La quota di accesso in questo caso sarà identica a quella delle iscrizioni e ottenuta nello stesso modo, attraverso il sistema di acquisto e prenotazione attualmente impostato per ogni corso.
Gli stage sono una porta d'accesso al palcoscenico.
Forniscono le chiavi della nozione di gioco.
Scena dal vivo | Palcoscenico
"Tutto deve andare"
È vivo!
Contatto
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Una coscienza e un corpo: nudità e performance sotto il sole. Otto sessioni di workshop dedicate al corpo esibito attraverso la performance.
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"Tutto deve andare" ha lo scopo di far percepire ai suoi partecipanti questa totale eclissi di fiducia in se stessi che fa l'interprete nella vera ricerca.
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Prestazioni
In questo laboratorio di performance, si tratta di essere totalmente attore e pienamente spettatore, artista, individuo quotidiano e ricercatore.
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