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Costruisco marionette... David Noir

Disabilità delle marionette

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Costruisco le mie marionette

Attacchi postali | "Io" affronta "noi

Io... non vedo altro possibile che attenersi all'io. Perché l'altro non sono io. Perché l'altro porta in sé una parte insopportabile che non sono io, ma lo sarebbe altrettanto se fossi io. Perché c'è tanta insormontabilità nel sostenere me stesso quanta ce n'è nel sostenere quest'altro che non sono io.

Ho due problemi da risolvere nella vita: sopravvivere e vivere.

E tu, tu, tu non vincerai contro adolescenti tesi come balestre seguendo la logica di un vecchio pensiero; un pensiero di adulto che vorrebbe poter almeno moralizzare coloro che non si preoccupano molto della moralità.

I bambini giocano alla guerra reale

Se c'è un'escalation, è verso chi sarà più coinvolto nella conquista dell'autoritarismo. "Vai a fare i compiti" dice uno, "Fanculo" risponde l'altro. Baciami il culo" dice l'altro. "Vai in camera tua" dice uno. Vaffanculo, vecchiaccio" ribatte l'altro. Tra bambini maleducati e insegnanti imbevuti, rimane il posto per la litania dei molli e degli indifesi in preda al panico di dover reagire alla violenza naturale che pensavano di non dover mai combattere. Il borbottio democratico è finito nel piscio. La piazza delle civiltà. Torna alla tua copia.

Cosa produce una testa?

Costruisco marionette... David Noir
Costruisco marionette... © David Noir

È una strana domanda che implica che non si dovrebbe necessariamente strutturare sempre il proprio pensiero, ma piuttosto lasciare che il proprio sviluppo naturale faccia il suo corso e guardare come potrebbe essere al di fuori della sfera sociale. Qui il ragionamento degli specialisti diventa più debole.

Sono solo un esempio di umanità reale. Mi considero come un oggetto, solo un altro burattino.

Ma per tutto questo, né un oggetto di studio, né un oggetto di eccezione; un oggetto che è il frutto di un periodo, un'epoca e un mondo. Come tutti, non ho niente da dire, nel senso di "non hai niente da dire"; "è meglio che stai zitto". Eppure, nella mia crescente inutilità man mano che invecchio, perché tale è la realtà dell'invecchiamento di tutto, rimane questo importante strumento: quello di sentirmi libero di dire, di pronunciare, di scrivere qualsiasi cosa, specialmente quel prezioso qualsiasi cosaHo un'essenza unica di ciò che la mia testa può produrre, soprattutto a dispetto del "senso comune".

Perché nessuno ha il potere di dirmi oggi qual è la strada giusta. Tutti falliscono in questo gioco del più bello. Così, sono rimasto solo io, voi; ognuno nella sua bolla di solitudine mentre scrive. Con l'esile e vana speranza, da qualche parte, che suoni o risuoni, come una campana di bronzo. Vanità, ma non solo vanità. Perché un piacere poetico altrettanto sottile resiste, continua ad esistere; si diverte a seguire il tenue filo del sentimento della creatività. Debole, pallido; vuole ancora crederci, e allo stesso tempo si spegne, in questa relativa libertà di lasciar scappare le parole; poco più che segni nel cuore di uno scarabocchio. Nemmeno la carta; il computer. Virtualità del virtuale. Inutilità totale.

È nella totale inutilità della sua esistenza che prende forma l'impatto dell'impotenza

Guarda un po'. Vorrebbe sopravvivere comunque. Ma cosa può guidare ciò che non è nemmeno una rabbia; quasi un gioco necessario a se stesso e un po' più in là, a volte e in modo minuscolo, utile?

Ma non cresce tutto su questo modello? Romanzi, canzoni, religione, sociologia, bla, bla, bla... Questo è il mondo degli umani. Burattini aberranti, una volta senza corpo, una volta senza testa; non trovando alcuna ragione di esistere se non per erigere la propria statuaria. Eppure gira. Eppure mira solo a scrivere la propria storia. Questo è l'unico scopo dell'uomo: persistere nel raccontarsi. Nonostante e con le guerre, i momenti di gioia e di fede, ognuno dei quali è euforico, narcisista e stupido come l'altro. Questo è l'essere umano: felice di vivere. Il pazzo felice, tranne qualche suicida che viene a prendere in giro gli altri. Solo i bambini prendono la loro esistenza così seriamente.

Mio Dio - che purtroppo non esisterà mai - sarebbe così semplice essere figli di papà/mamme, di genitori doppiogiochisti, di burattini bicefali empatici e telepatici? Non possiamo purificare l'uomo dalla sua vana autocoscienza? Perché gli abbiamo permesso di trovare la parola? Che crimine insondabile è l'espressione!

"Auto-soppressione" è uno dei nomi che uso per una tecnica d'improvvisazione.

David Noir

David Noir, performer, attore, autore, regista, cantante, artista visivo, video maker, sound designer, insegnante... porta la sua nudità polimorfa e la sua infanzia in costume sotto gli occhi e le orecchie di chiunque voglia vedere e sentire.

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